Un edificio in cemento

Il calcestruzzo è il materiale che regge ponti, strade, dighe e buona parte degli edifici contemporanei; la sua diffusione dipende da resistenza, versatilità e costi relativamente contenuti.

Esposto agli agenti atmosferici, agli inquinanti chimici e ai cicli termici giornalieri, però, questo conglomerato si deteriora in modo progressivo, con conseguenze che vanno dalla perdita di capacità portante al rischio di cedimenti locali. Intervenire è fondamentale e diverse sono le tecniche che si stanno affermando per proteggere nel tempo questa soluzione così diffusa.

Le cause di deterioramento del calcestruzzo

Finite le operazioni di getto, la matrice cementizia conserva una rete di micro‑cavità capillari. Si tratta di canali che, quando l’acqua penetra, favoriscono l’espansione dei sali disciolti e l’ossidazione delle armature. Con l’aumentare del grado di saturazione, quelle stesse cavità si allargano, rendendo il materiale ancora più vulnerabile: un circolo vizioso che, in assenza di schermature idonee, procede senza sosta.

Nelle aree costiere o vicino a stabilimenti, cloruri e solfati migrano all’interno della miscela cementizia. I cloruri accelerano la corrosione dell’acciaio; i solfati, reagendo con l’idrossido di calcio, creano composti espansivi che provocano rigonfiamenti e micro‑fessure. Anche vapori acidi e solventi industriali, a contatto prolungato, disgregano la pasta cementizia e riducono la coesione interna.

Quando l’acqua racchiusa nei pori si congela, il suo volume cresce. L’aumento di pressione interna genera spaccature sottili, che con il tempo si allargano e provocano distacchi in superficie. Il fenomeno, particolarmente presente in climi montani, indebolisce lo strato di materiale e spiana la strada alla corrosione.

Perché è fondamentale proteggere il calcestruzzo

Un pilastro o una soletta che perdono sezione resistente non garantiscono più il coefficiente di sicurezza previsto in fase di progetto. Proteggere il conglomerato vuol dire, quindi, salvaguardare chi utilizza ponti, autorimesse, gallerie ed edifici.

Interventi preventivi applicati quando il calcestruzzo è ancora sano richiedono manodopera limitata e prodotti a spessore ridotto. Le operazioni di ripristino più complesse, al contrario, implicherebbero demolizioni parziali, armature integrative e lunghe soste dei cantieri, con costi moltiplicati.

Krypton Chemical propone sistemi tecnologicamente evoluti, concepiti per essere applicati in tempi brevi, che siano duraturi e garantiscano la protezione contro condizioni ambientali aggressive, che vadano a preservare l’integrità della struttura indipendentemente che sia in calcestruzzo o in acciaio.

Sono rivestimenti applicabili a mano con rullo o spatola o con l’uso di apposite pompe airless o Bi-Mixer Hot Spray.

Queste soluzioni certificate secondo la norma UNI EN 1504 si differenziano per la “motrice” del formulato che può essere base acrilica, base poliuretanica, base poliurea.

Sono in sostanza formulati che consentono la realizzazione di membrane elastomeriche a comportamento isotropo in cui la differenza sostanziale sta nella durata di vita, resistenza chimica e resistenza meccanica. Sono in grado di seguire i piccoli movimenti del supporto (ritiro igrometrico, assestamenti, crack bridging, ecc…) sono via via resistenti ai raggi UV, alle estreme temperature, agli shock termici. Bloccano e impediscono l’ingresso dell’acqua e delle sostanze aggressive.