Dalla visione all’impatto: il metodo Pescante per trasformare l’hospitality in un’esperienza globale
di Redazione
30/07/2025
Chiedendo a Lanfranco Pescante dove tutto è cominciato, non ci racconta di un capitale iniziale, di un mentore influente o di un’eredità familiare. Ci ha parlato di lavoro duro, turni infiniti e serate in cui si c’era la stanchezza ma questa si mescolava sempre alla voglia di non mollare.
Perché il suo ingresso nel mondo dell’hospitality non è stato un colpo di fortuna, ma una scelta radicale, costruita sul campo e temprata da una comprensione profonda di cosa significhi davvero ospitare.
Aveva quindici anni quando ha lasciato l’Italia per gli Stati Uniti. Un’età in cui molti devono ancora decidere che strada prendere, lui ha scelto di partire. Iniziando dal gradino più basso.
Lavapiatti, runner, cameriere, barman, cuoco. Nessun ruolo gli è stato risparmiato, nessuna mansione rifiutata. Non per dovere, ma per voglia di imparare, di capire ogni meccanismo, di intuire cosa funziona davvero quando si vuole far sentire qualcuno accolto.
E mentre il corpo lavorava, la mente osservava, studiava, costruiva le fondamenta di qualcosa di più grande.
L’intuizione che rompe lo schema
Non ha mai amato seguire percorsi già tracciati, mentre altri cercavano di scalare posizioni all’interno delle strutture esistenti, Pescante che aveva già ricoperto in ristoranti di fama il ruolo di manager, stava già pensando a un format tutto suo.
Il primo esperimento arriva in forma di evento: feste organizzate in case abbandonate, con spazi che però sono diventanti il fulcro di esperienze uniche. Non era solo musica e luci: era logistica, selezione del personale, gestione dei flussi, attenzione al dettaglio. Una regia complessa nascosta dietro l’apparenza di spontaneità. Il passaparola fa il resto, quei party diventano richiesti e seguiti.
Chi lavora nel settore inizia a notarlo e così i locali gli chiedono di curare la loro programmazione, di trasformare le loro sale in esperienze da ricordare. Ma mentre gli altri lo vogliono al timone dei loro eventi, lui comincia a disegnare qualcosa che fosse davvero suo, dalla prima idea alla gestione operativa.
Il primo passo verso una visione imprenditoriale sempre più acuta e innovativa
La prima esperienza imprenditoriale di Lanfranco Pescante prende forma con il Nocturnal Hospitality Group, una compagnia fondata con l’obiettivo di organizzare concerti, eventi e serate con celebrities, oltre a gestire locali già esistenti.
Un progetto che gli permette di costruire una rete di contatti, di sperimentare modelli di intrattenimento innovativi e di confrontarsi con la complessità di un settore in continua evoluzione.
Caratterizzando un suo primo periodo nel mondo del business intenso, fatto di tentativi, ostacoli e prime conquiste, che getta le basi di una visione imprenditoriale destinata a crescere.
Franklin Manor l’ospitalità diventa esperienza immersiva
Dal Nocturnal Hospitality Group nasce il Franklin Manor, un locale che unisce in un unico format le tre anime su cui Pescante aveva lavorato negli anni precedenti - musica ed eventi, intrattenimento e ristorazione.
Non un ristorante tradizionale, né un semplice club notturno, ma un ibrido capace di trasformare l’ospitalità in esperienza.
Il Franklin Manor è concepito per creare un’esperienza e lasciare un’impronta emotiva duratura in chi lo frequenta: musica dal vivo, design immersivo, scenografie curate in ogni dettaglio, uno staff formato ed efficiente.
L’hospitality, per Lanfranco Pescante, diventa con questo progetto la capacità di rendere memorabile ogni interazione.
Oltre i confini: crescita organica e sviluppo internazionale
Il successo del Franklin Manor non viene trattato come un traguardo, ma come punto di partenza per una strategia di espansione. Pescante amplia progressivamente il raggio d’azione del gruppo, prima con nuove aperture negli Stati Uniti – ristoranti, club di nightlife, location ibride per concerti, matrimoni ed eventi – per poi procedere con un passo deciso verso l’internazionalizzazione del marchio.
L’approccio rimane coerente: ogni progetto viene adattato al contesto culturale in cui nasce, senza mai rinunciare all’identità profonda del brand. Non si tratta di esportare una catena replicabile, ma di reinterpretare una visione mantenendone il nucleo. Ogni struttura, pur diversa nella forma, rispetta una medesima logica narrativa e relazionale.
Oggi il marchio costruito da Lanfranco Pescante è presente con iniziative operative in più paesi - tra America ed Europa - e abbraccia un ventaglio articolato di attività: dall’apertura e gestione diretta di locali e spazi dedicati all’intrattenimento, fino all’attività di consulenza per terzi nel campo dell’hospitality business.
La struttura non è una semplice somma di location, ma è un sistema che ruota attorno a due pilastri: la qualità dell’esperienza vissuta dal cliente e la valorizzazione concreta delle persone che lavorano all’interno di ogni progetto.
Questa doppia centralità - cliente e team - rappresenta il fondamento su cui si regge ogni iniziativa di Pescante, sia che si tratti di una nuova apertura a Miami, sia di un progetto su misura per una capitale europea.
La forza della flessibilità intelligente
Espandersi in territori diversi comporta inevitabilmente sfide nuove. Burocrazia, normative, preferenze culturali, ma Pescante non si affida a un modello rigido da copiare e incollare.
Lavora su un metodo che ha nella flessibilità la sua arma più potente e così le strutture si adattano, il linguaggio cambia, l’offerta si modula, ma il cuore resta lo stesso: un’ospitalità che non si limita al servizio, ma che genera appartenenza.
Dietro ogni scelta strategica c’è una squadra preparata a reagire con prontezza. Un’organizzazione che non si limita a gestire, ma interpreta il mercato, e che lo fa con velocità, visione e disciplina.
Il capitale umano come leva reale di successo
C’è una cosa che Pescante ripete spesso: un buon servizio non nasce dalla procedura, ma dalla motivazione.
Per questo al centro di ogni suo progetto ci sono le persone. Non come risorsa da ottimizzare, ma come valore da coltivare. Formazione continua, percorsi di crescita, stipendi sopra la media, coinvolgimento reale. Ogni collaboratore viene considerato parte attiva dell’identità del brand.
Non è raro trovarlo in cucina, o dietro il bancone, non per mostrare autorità, ma per dimostrare che la leadership si esercita sul campo, non dall’alto.
È in questa partecipazione concreta che si costruisce la fiducia, ed è grazie a quella fiducia che un team riesce a garantire standard elevati e costanti, ovunque nel mondo.
Un’idea di ospitalità che parla alle emozioni
Quello che distingue Lanfranco Pescante non è solo la capacità imprenditoriale ma è l’idea che l’ospitalità sia un modo per generare connessioni autentiche.
Ogni locale, ogni evento, ogni progetto nasce con l’intenzione di far sentire qualcuno accolto, visto, valorizzato. Il design non è solo estetico, è un linguaggio per riuscire a parlare al cliente. La musica non è solo intrattenimento, è atmosfera.
In un tempo in cui l’hospitality rischia di trasformarsi in automatismo, Pescante rivendica il valore del gesto umano. Vuole che ogni cliente esca dai suoi spazi con qualcosa in più: un’emozione, una memoria, un’energia rinnovata. È una forma di responsabilità verso chi entra. E forse è proprio questo a rendere il suo modello così replicabile, eppure così personale.
Non c’è nulla di patinato o forzato nel suo percorso, solo dedizione, studio, fatica e una costante tensione verso il miglioramento.
Un metodo che non promette scorciatoie, ma insegna che con le idee chiare, il giusto team e la disponibilità a mettersi in gioco, le ambizioni possono trasformarsi in realtà operative, solide e durature.
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